Il progetto consiste nel recupero del cibo che ogni giorno avanza nei vassoi/contenitori della mensa scolastica, per donarlo a chi ha più bisogno.Il cibo in eccesso è confezionato in porzioni termosigillate da parte della mensa e distribuito nello stesso giorno, in tempi molto brevi (max un'ora) alle famiglie che ne hanno necessità. La distribuzione avviene grazie al prezioso servizio delle associazioni del paese.
REFERENTE: Responsabile del Servizio affari generali e alla persona, Dr.ssa Cristina Braschi
DATA INIZIO PROGETTO: Da aprile 2015 e ancora in corso
COSTI EVENTUALI: Acquisto di vaschette monoporzione: € 250,00
SOGGETTI TERZI COINVOLTI: Associazioni di volontariato del territorio (Auser, MCL, Comitato carnevale, Misericordia, Parrocchie, Sul sentiero Onlus)
ALLEGATI: Protocollo - Delibera approvazione progetto - Locandina
LINK UTILI: http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2015/211-15/211-15-dai-percorsi-di-educazione-ai-progetti-di-donazione-del-cibo; https://soundcloud.com/radiosieve/approfondimento-dicomano-un-pasto-giusto; http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/06/23/news/lotta_allo_spreco_ai_poveri_il_cibo_delle_scuole-117547270/
Il progetto nasce dalla consapevolezza che la quantità di cibo che avanza ogni giorno nelle mense scolastiche, dopo la consumazione del pasto, è eccessiva. Questa situazione, oltre a essere un evidente spreco di risorse, risulta poco educativa nei confronti degli alunni. Abbiamo quindi deciso di sperimentare una modalità che riesca a prevenire questo fenomeno spiacevole, spostando gli avanzi dai piatti dei bambini ai vassoi utilizzati per lo sporzionamento, con il fine di redistribuire il cibo
RISULTATI RAGGIUNTI: dall'inizio del progetto a giugno 2016, sono state distribuite 620 porzioni di primo, 720 di secondo, 410 di contorno e 630 di frutta, il tutto accompagnato di 200 kg di pane. In media ogni giorno sono 18 le persone che usufruiscono del servizio. Parlando della provenienza delle persone che hanno usufruito del servizio prevalentemente si è trattato di famiglie extracomunitarie, ma non sono mancati anche gli italiani per lo più donne giovani, quasi tutti comunque in stato di disoccupazione